Le due facce della Cina antica
Ho avuto la fortuna di compiere due viaggi in Cina e di constatare come ci siano tante contraddizioni in questo grande paese che ho imparato ad amare, nonostante gli ultimi avvenimenti.
Nel novembre 2015 fui invitato ad esporre le mie foto di natura al Fotofestival Internazionale di Yixian.
La Contea di Yixian, chiamata fin dai tempi antichi la “Casa sulla Terra Meravigliosa” è una delle più antiche della Cina, vi sono un gran numero di abitazioni civili di Dinastia Ming e Qing, templi commemorativi, paifang (architetture tradizionali cinesi a forma di arco) e giardini. La contea comprende i villaggi Xidi e Hongcun, patrimonio dell’umanità.
In ognuno degli antichi paesi della Contea furono allestite mostre fotografiche, con quasi 5000 foto di 167 autori provenienti da tutto il mondo.
Fu un evento incredibile, ogni giorno un paese diverso, una realtà diversa, ma abbiamo respirato l’essenza della vera Cina antica. Persone dedite prevalentemente all’agricoltura, estremamente povere ma ricche di dignità e anche molto affabili.
Sulla via del ritorno col mio compagno di viaggio ci trattenemmo per 3 giorni a Shanghai e anche qui avemmo modo di constatare il contrasto tra la modernità delle zone industriali e commerciali ed il caos delle strade interne che, ingenuamente, percorremmo da soli a volte anche correndo dei rischi.
Successivamente, nel 2017, partecipai al 5° Fotomeeting organizzato dalla FIAP (Federazione Internazionale Associazioni Fotografiche) nello Shandong, una provincia orientale della Cina affacciata sul Mar Giallo, nota per il patrimonio culturale taoista e confuciano. Questa regione fu la sede dell’antico stato di Qi, l’ultimo regno conquistato da Qin Shi Huang, che si autoproclamò primo imperatore cinese nel 219 a.C., con una cerimonia celebrata sul Monte Tai. Questo, che è il più importante dei monti sacri del paese, è caratterizzato da santuari, stele e sentieri per i pellegrinaggi e per arrivare dalla base alla vetta bisogna salire oltre 6000 gradini. Noi siamo stati accompagnati fino all’ultimo parcheggio e poi ne abbiamo saliti “solo” quasi 500.
Questa parte della Cina risente molto di più dello sfruttamento a scopo turistico e le manifestazioni che vi si tengono sono perlopiù organizzate per i turisti e non mostrano il vero volto della Cina.
In questa occasione abbiamo toccato con mano il progresso cinese, a partire dalle industrie automobilistiche, farmaceutiche ma anche sportive. Insomma, è stato un modo per mostrarci come le cose stanno cambiando, o almeno questa è stata l’impressione che ho avuto.