Un Viaggio alle Isole Svalbard
Era da un po’ che pensavamo di organizzare un viaggio alle Isole Svalbard e finalmente, nel 2016, ciò è stato possibile.
Siamo partiti in 4 da Milano con scalo a Oslo e poi volo Oslo Longyearbean, dove siamo arrivati a notte inoltrata solo che… era giorno come a mezzogiorno.
In aeroporto, anche se sull’isola vi sono solo pochi chilometri di strade, avevamo un’auto a noleggio già prenotata per cui abbiamo caricato bagagli e zaini con l’attrezzatura fotografica e siamo andati innanzitutto a fare un giro esplorativo, dopodiché abbiamo depositato i bagagli nel lodge che avevamo fissato.
I proprietari dormivano ma avevamo già concordato tutto. Il lodge era molto spartano, non c’era acqua corrente né acqua calda ed avevamo un bagno chimico all’esterno. Per fortuna il posto era accogliente, c’era una cucina attrezzata dove potevamo farci qualcosa da mangiare.
Eravamo partiti molto ben organizzati, una valigia ciascuno con il vestiario più una valigia strapiena di generi alimentari (pasta, sughi, piadine, ecc.) perché sapevamo che tali generi non sono proprio a buon mercato.
Dopo esserci sistemati nelle camerette e dopo circa 24 ore filate senza sonno siamo andati subito a fotografare perché vicino al nostro alloggio vi erano molti nidi di Edredoni e le Volpi non si facevano attendere per depredare i loro nidi. Abbiamo fatto foto fino a mattina inoltrata dopodiché abbiamo fatto un giro trovando e fotografando un branco di Renne e poi, sfiniti, finalmente, siamo andati a riposare un po’.
Il problema dell’artico nel periodo estivo è che non viene mai notte, le finestre non avevano tapparelle né tende, per cui dapprima è stato anche difficoltoso prendere sonno, nonostante la stanchezza.
Normalmente cercavamo di dormire nelle ore in cui il sole era più forte e fotografare nei momenti di luce migliore, ma dato che erano giornate molto limpide spesso avevamo luce forte anche di “notte”. Dopo un paio di giorni avevamo completamente perso ogni “orientamento” e ci capitava di fare un piatto di pasta alle 3 del mattino e poi andare a dormire un po’ alle 10.
La temperatura esterna era abbastanza gradevole, ma quando si alzava il vento artico era dura stare in attesa delle Volpi che venivano a predare i nidi degli Edredoni. Gli Edredoni facevano una gran pena, tutti intenti a covare e completamente inermi quando arrivava la Volpe a ghermire le loro uova ed in alcuni casi anche i piccoli nati da pochi giorni.
Come se non bastasse anche i Gabbiani non esitavano a predare i nidi di questi poveri animali.
I nidi degli Edredoni sono rivestiti del loro piumino, molto soffice e caldo e molto ricercato per le imbottiture di indumenti che hanno un eccellente isolamento termico.
Al momento di partire in tutti noi c’era la voglia di tornare in questo posto, a contatto con una natura così forte e severa come quella artica.